mercoledì 23 novembre 2016

Il riassunto della stagione 2016: TCR International Series

È andato contro tutti i pronostici pre Macao e ha vinto di nuovo il TCR International, bissando il successo del 2015. Stefano Comini si è inventato un'altra stagione da incorniciare, ma più sudata rispetto alla precedente e certamente più imprevedibile. In un campionato nel quale non è fondamentale vincere più gare degli altri, Comini ha costruito la stagione sulla costanza di risultati e - strano a dirsi, per molti - sulla pazienza. All'inizio della stagione la Golf del team WRT non era la vettura migliore del lotto: sul dritto perdeva terreno e aveva bisogno di migliorie un po' in tutti i campi, essendo una debuttante. Il valzer delle zavorre (balance of performance più success ballast) ha colpito tutti nel corso della stagione, ma più che per questa regola Comini ha perso punti per strada in quattro particolari occasioni, due volte per contatti molto discussi - in Bahrein (con Grachev) e in Malesia (con Sirtrai) - e due volte per problemi tecnici.




Un ruolo fondamentale per le sorti del campionato è stato giocato dallo slovacco Mat'O Homola, suo malgrado protagonista del crash che ha nettamente favorito Comini nei confronti di James Nash, rivale che prima di Macao era in testa alla classifica con un vantaggio non sufficiente ma rassicurante. In gara 1 a Macao Homola stava combattendo per migliorare la propria posizione in classifica quando si è trovato di fronte proprio Nash, in difesa ma ancora ben piazzato per dire la sua nel campionato. Il tentativo di sorpasso dello slovacco non è andato a buon fine, con Nash costretto a indietreggiare per la rottura di una sospensione. Questo decisivo inconveniente ha condizionato gara 2, con l'inglese costretto a recuperare dal fondo della griglia fino a un inutile quarto posto, non sufficiente a recuperare i punti accumulati da Comini (1° in gara 1 con punteggio dimezzato e 4° in gara 2). Prima di Macao Nash aveva corso una stagione eccellente, salvo il doppio zero di Imola che ha pesato anch'esso non poco sul punteggio finale.


James Nash

Va detto che le gare di Macao non sono state per nulla ben gestite, fin dal momento delle iscrizioni. La decisione di permettere la partecipazione ai piloti del CTCC ha portato un numero fin troppo elevato di vetture in pista. E in un tracciato come questo sono ovviamente fioccate bandiere gialle e rosse. Uno spettacolo non degno della categoria, che nel resto dell'anno è stata invece capace di regalare gare divertenti e soprattutto non scontate.




Comini ha ringraziato pubblicamente il compagno di squadra Jean-Karl Vernay (3° nella classifica finale), partito in pole in gara 1 a Macao e fedele guardia del corpo dello svizzero dopo una partenza non felice. Il pilota francese non ha negato il suo desiderio di provare a inserirsi nella lotta per il titolo, ma la sua condotta professionale ha portato alla Volkswagen un titolo che non era apparso possibile dopo le prime gare dell'anno. È stata una bella lotta con Seat (confermatasi competitiva) e con Honda (veloce ma talvolta incostante).


Una promessa mantenuta: il taglio della barba dopo aver vinto il campionato...

In questa stagione, come del resto nella precedente, sono stati tanti i piloti a salire sul gradino più alto del podio. Undici diversi vincitori, quattro dei quali presenti nella serie solo con programmi part-time. Sono stati sedici invece i piloti in grado di conquistare almeno un terzo posto; tra i cinque non vittoriosi spicca il nome dell'altissimo serbo Dusan Borkovic, che ha chiuso la stagione con tre amarissimi secondi posti e altrettanti terzi posti.


Dusan Borkovic

Hanno vinto almeno una gara Pepe Oriola (4° alla fine e costantemente competitivo), Mat'O Homola (ancora giovanissimo ma già parecchio veloce), Gianni Morbidelli (sempre combattivo ma quest'anno coinvolto troppe volte in contatti - al netto dei numerosi problemi tecnici che ha patito), Aku Pellinen (talento cristallino che ha dimostrato di valere molto più del suo budget risicato), Kevin Gleason (primo a Sepang dopo una gara rocambolesca), Roberto Colciago (imperatore del TCR italiano e gran piede pesante anche a livello internazionale) e Tiago Monteiro (che ha coronato il sogno di vincere a Macao).




Menzione speciale per il russo Mikhail Grachev, solo 8° in classifica generale ma detentore (insieme a Pepe Oriola) del record di vittorie stagionali, ben quattro. Non solo: è stato l'unico pilota a vincere delle gare in weekend consecutivi (Imola e Salzburgring), impresa non facile per nessuno per via del success ballast. Tuttavia i suoi migliori risultati sono da contrapporre a pesanti tonfi, tra ritiri e arrivi fuori dalla zona punti; ecco spiegata quindi la sua posizione finale.

Tra i modelli la Seat Leon è stata ancora una volta superiore, non solo come risultato complessivo ma anche a livello numerico sulla griglia. Nonostante il titolo di Comini, Volkswagen è arrivata seconda in questa classifica con una vittoria in meno (sei contro le sette della casa spagnola), mentre addirittura Honda ha concluso 3° con ben 9 vittorie all'attivo. Dopo le tre "grandi" del campionato ecco Alfa Romeo, con la Giulietta preparata da Romeo Ferraris; i punti sono arrivati ma c'è ancora da lavorare per essere competitivi. La presenza continuativa nel campionato ha permesso al glorioso marchio nostrano di precedere in classifica Opel, Peugeot, Subaru e Ford.




Il TCR non è comunque esente da alcuni problemi, da risolvere presto per garantire un futuro a un format che ha avuto successo e che si sta espandendo tramite una rete di serie nazionali - alcune ottimamente frequentate. La coesistenza con il WTCC fa ancora male e la guerra fredda fra le due serie non è ancora finita, sebbene sia evidente che un'unione converrebbe a tutti - soprattutto dal punto di vista del numero di iscritti. Entrambe le serie hanno infatti avuto problemi a mettere insieme più di 15 vetture, e considerando i disimpegni di alcune case nel 2017 soprattutto il WTCC potrebbe subirne pesantemente le conseguenze. Il TCR, dal canto suo, ha bisogno di almeno cinque iscrizioni full-time (quest'anno sono stati solo 11 i piloti con questo status) per poter risolvere il problema della presenza o meno di piloti una tantum - soluzione che potrebbe non essere sempre percorribile.




La classifica finale (tra parentesi il numero di vittorie):
Stefano Comini (SUI/Leopard Racing/VW) 267.5 (3)
James Nash (GBR/Craft-Bamboo Lukoil/Seat) 264 (2)
Jean-Karl Vernay (FRA/Leopard Racing/VW) 246 (3)
Pepe Oriola (SPA/Craft-Bamboo Lukoil/Seat) 241.5 (4)
Mat'O Homola (SVK/B3 Racing/Seat) 175 (1)
Gianni Morbidelli (ITA/West Coast/Honda) 174 (1)
Dusan Borkovic (SER/B3 Racing/Seat) 173
Mikhail Grachev (RUS/VW+Honda) 145 (4)
Sergei Afanasiev (RUS/Craft-Bamboo Lukoil/Seat) 141
Davit Kajala (GEO/Engstler/VW) 80
Attila Tassi (HUN/B3 Racing/Seat) 68
Aku Pellinen (FIN/West Coast/Honda) 63 (1)
Kevin Gleason (USA/West Coast/Honda) 46 (1)
Roberto Colciago (ITA/Target/Honda) 30 (1)
Antti Buri (FIN/VW+Seat) 30
Tiago Monteiro (POR/West Coast/Honda) 23 (1)
Jordi Oriola (SPA/Opel+Seat) 17
Jordi Gené (SPA/Engstler/VW) 16
Petr Fulin (CZE/Mulsanne/Alfa Romeo) 15
Loris Hezemans (NED/Baporo/Seat) 10
Kantadhee Kusiri (THA/Eakie BBR Kaiten/Honda) 10
Niklas Mackschin (GER/Engstler/VW) 6
Hari Proczyk (AUT/West Coast/Honda) 5
Josh Files (GBR/Target/Honda) 4.5
Andy Yan (HKG/Engstler/VW) 4.5
Altri piloti a punti: Tin Sirtrai, Andrea Belicchi, Luigi Ferrara, Michela Cerruti, Florian Janits, Francisco Mora, Rafael Galiana, Salman Al Khalifa, Carlotta Fedeli, Pierre-Yves Corthals, Alain Menu, Alessandra Neri, Vladimir Sheshenin.

Il riassunto delle stagioni precedenti: 2015

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