venerdì 11 marzo 2016

Piero Castricone: dalla provincia al Mondiale di F1

C'è un mondo parallelo ed esistente nel quale un pilota italiano ha vinto quattro titoli mondiali di F1. Inoltre è pure un costruttore. Sto parlando di uno dei maggiori protagonisti del panorama slot racing italiano e internazionale: Piero Castricone.

Il nostro, che vive a Sulmona, in Abruzzo, ha una parlantina coinvolgente e una passione sconvolgente per tutto quello che riguarda le slot car. Il suo palmares è invidiabile: quattro volte campione del mondo F1 in scala 1/32 (2015, 2014, 2012, 2010), due volte campione nella Production 24 (in coppia con Guido Santarelli nel 2012 e con Roberto Rotoni nel 2001) e varie volte campione italiano (3 titoli di F1 1/32, 2 titoli nella Eurosport 24 e nella Eurosport 32, quattro vittorie finali nella Production 24 sempre con Guido Santarelli). Castricone è uno dei due italiani nella top 10 del ranking ISRA (precisamente al 4° posto), insieme a un altro gigante delle slot car, Paolo Trigilio (attualmente 6°).

Praga 2015: Piero Castricone (al centro) festeggia la vittoria...

Piero, spiega ai non addetti ai lavori cosa c'è attualmente nel piatto di ogni appassionato di slot car...
«Quello delle slot car è un panorama da sempre molto vasto. Anzi, è quasi una giungla! Parto da una semplice divisione a monte, tra chi considera le slot più come un gioco - con macchine di plastica, meno costose e prodotte magari in serie - e chi invece le tratta in modo un po' più professionale, come il sottoscritto. Le macchine che partecipano ai campionati ISRA (la federazione internazionale di categoria - ndb) sono in sostanza versioni estreme, con pezzi particolari, fatti a mano da artigiani che riescono a tirar fuori dei capolavori».

Le categorie premiate dall'ISRA con il titolo mondiale sono 4.
«Sì. C'è la Production 24, una sorta di categoria entry level con materiali uguali per tutti. Telaio, gomme e motori sono infatti forniti come se si trattasse di un monomarca, e le gare sono mini-endurance di un'ora da affrontare a coppie. Poi c'è la F1 1/32, categoria a ruote scoperte con alcuni limiti regolamentari per il telaio ma con motore libero. Infine le categorie più aperte, Eurosport 1/24 e Eurosport 1/32, con telaio e motore libero. Qui si vedono delle cose pazzesche!»

Una Eurosport 1/24


Come si costruisce una macchina, in generale? Tu sei ormai un produttore...
«Sì, anch'io da qualche anno progetto e monto i miei telai e fortunatamente riesco a venderne qualcuno! Le parti che riguardano il motore le acquisto da vari produttori e ovviamente anche i materiali per il telaio arriva da fuori. I telai sono in acciaio armonico e a seconda della quantità di carbonio ci sono variazioni sulla durezza e sulla elasticità. I motori sono costituiti da magneti molto potenti e ognuno li regola in modo da aderire al proprio stile di guida, ma in ogni caso hanno un rendimento spaventoso: 200mila giri al minuto...»

Il laboratorio a casa Castricone

Come vengono scelte le livree?
«La parte modellistica è certamente la più lunga e difficile, in termini di lavoro. La carrozzeria è fondamentale, perché la macchina sta attaccata alla pista grazie all'aerodinamica e quindi ci vuole precisione. Per abbreviare i tempi tutti hanno deciso di fare verniciature monocromatiche, e c'è stato un periodo in cui tutti avevano scelto, per la F1, di correre con delle simil-Jordan - quelle gialle! Poteva benissimo capitare di andare a gareggiare contro altre 7 macchine uguali, il che rendeva la comprensione della corsa piuttosto difficoltosa! Ora fortunatamente le regole hanno risolto il problema: si possono scegliere le riproduzioni di qualsiasi livrea della F1 di ogni epoca, e così su 120 iscritti finalmente si può vedere un parco livree un po' più vario. Per quest'anno io ho deciso di darmi al rosso Ferrari, anche se in realtà non sono questo grande sostenitore...»

Sei appassionato del motorsport in scala 1/1?
«Sì, anche se non sono un tifoso sfegatato. Qualche anno fa seguivo più assiduamente, mi ricordo di essere andato con la macchina fino a Spa per vedere la F1...»

La prima volta che io ho letto di Slot Car è stato negli anni '90, quando ero andato a rileggermi tutti i Topolino del decennio precedente che avevano acquistato i miei fratelli. Devo dire che era un argomento trattato con costanza e con partecipazione. Anche tu hai avuto questa esperienza?
«Mi sono appassionato al mondo delle Slot principalmente per via di mio padre. Anche lui giocava molto e quando andavo alle piste da piccolino mi divertitvo moltissimo. Più che Topolino, che in realtà non era una lettura adatta a me, leggevo spesso Mini Autosprint, supplemento dell'omonima rivista».

Grazie ai campionati a cui partecipi (l'Italiano e il Mondiale) hai avuto modo di viaggiare parecchio...
«È vero, sono stato in tanti paesi diversi grazie alla mia passione. Mi ricorderò sempre del mio primo titolo individuale in quel di Chicago, luogo dove non mi sarei mai immaginato di arrivare. Anche se, forse un po' immodestamente, mi sono sempre sentito preparato e in grado di riuscire nel mio ambiente».

Ti ritieni più forte nella guida o nella progettazione?
«Probabilmente nella guida; ho ottimi riflessi e mi adatto alle piste velocemente. Per quanto riguarda i telai, ci sono tante, tante persone meticolosissime che fanno delle macchine a dir poco stupende, mentre io sono solo un piccolo produttore anche se ho avuto soddisfazioni pure in quel campo».

Una bella immagine delle Production 24 in parco chiuso

Qual è la slot car più estrema che hai provato?
«Le wing car, senza dubbio. Come si capisce dal nome, queste sono letteralmente macchine con le ali, che corrono su piste dotate di curve paraboliche e che raggiungono velocità prossime ai 170 km/h se non di più. Sono inavvicinabili, sia per costi, sia per la guida. Hanno degli alettoni che creano un effetto minigonna fuori dal normale; sono incollate alla pista e chi le guida è sempre in pieno, con il pulsante premuto dalla partenza all'arrivo. In sostanza sono macchine che vanno da sole, cosa che per quanto mi riguarda le rende meno interessanti. Una volta in pista vanno in automatico, ovviamente la cosa difficile è costruirle in modo che non escano di strada! Il record del mondo è attualmente questo: 47 metri di pista in 1 secondo netto...»

Quanto costa costruire una macchina completa?
«Se parliamo di quelle che utilizziamo noi per gareggiare, con elementi sofisticati, il costo va dai 400 ai 500 Euro, a seconda dei pezzi utilizzati. Il motore è l'elemento che fa più la differenza economicamente, perché il valore varia molto a dipendenza della marca o anche solo del magnete. Per quanto riguarda le macchine più diffuse in Italia, vale a dire quelle di grande produzione, si può arrivare al massimo a un'ottantina di Euro».

La F1 campionessa del mondo con Piero

Come giudichi il movimento italiano e internazionale attuale?
«A livello internazionale la partecipazione sta crescendo, e lo si comprende solamente guardando alle richieste di iscrizione al mondiale. La Federazione ha dovuto apportare un tetto di 120 iscrizioni, perché oltre a questo numero l'evento sarebbe difficilmente gestibile e meno sostenibile anche economicamente per i partecipanti. In pista possono scendere solo 8 macchine alla volta, e tra eliminatorie e prove libere si è full immersion per due giorni completi. In Italia si sta muovendo qualcosa, anche grazie alla passione di singoli come i ragazzi del Model Drome di Peschiera Borromeo; tuttavia siamo lontani dai grandi numeri della Scandinavia, dei paesi Baltici, dei paesi dell'est Europa. Addirittura la pista di Limbaži in Lettonia è stata costruita anche con fondi governativi, per promuovere l'hobby delle Slot Car al fine di favorire gli scambi culturali i giovani lettoni e i vicini confinanti estoni. Che dire, sono avanti anni luce...»

C'è anche una mina vagante nel movimento delle slot car...
«Sì, e si tratta del ricchissimo Jean-Pierre Van Rossem, un grandissimo appassionato di slot car famoso soprattutto per la sua carriera politica in Belgio e per la sua partecipazione in F1 con il team Onyx nel 1989! Alle gare di slot car da lui organizzate ci sono stati in passato premi incredibili - delle Ferrari stradali, ad esempio - ma la sua figura si concilia poco con l'organizzazione che si è data ora l'ISRA. Da una parte spesava tutto, compreso aereo e albergo, per permetterti di partecipare, cosa che è capitata anche a me; dall'altra parte però aveva un modo del tutto personale di portare avanti i tornei...»

Jean-Pierre Van Rossem

Pensi che sarebbe necessaria una maggiore promozione per il mondo delle slot car?
«Non penso di essere la persona giusta per rispondere a questa domanda, sono un po' impreparato. Ovviamente la promozione non guasta, e in passato ho anche provato a fare qualcosa. Del resto se anche a Sulmona, che fa 25000 abitanti, pochi sanno di cosa si tratta... Personalmente credo che in realtà ci voglia una grande passione di base, perché al primo colpo le nostre gare piacciono a tutti, ma la percentuale di chi viene a gareggiare è ancora bassa. Fortunatamente l'ISRA ha trovato un regolamento stabile che darà in futuro risultati a livello globale. Nonostante quanto detto sull'Italia, però, avremo nel 2017, proprio qua a Sulmona, i campionati del mondo. La pista nuova è arrivata da poco. Pensa che salto: nel 2016 i mondiali saranno nella grande Chicago, l'anno successivo... in provincia!»

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