mercoledì 29 aprile 2015

Budget cap in F1? No, meglio i garagisti

Il silurato Max Mosley è tornato a parlare del famoso budget cap per la F1, in un'epoca nella quale la categoria deve far fronte a una minacciosa crisi numerica. A parte Mercedes e Ferrari, costruttori con spalle ben coperte, e Red Bull, che possiede ben due team economicamente in salute, le altre sei scuderie protagoniste nel mondiale 2015 non se la passano benissimo. I motivi sono diversi: mancanza di title sponsor da anni (Mclaren), investimenti da passivo pesante (Williams), proprietari con guai giudiziari e gabole finanziarie (Lotus, Force India), budget risicati (Sauber) o assenti (Manor).

Il budget cap è uno strumento di controllo economico. Serve per monitorare le risorse in modo che non superino un certo livello, con benefici a lungo termine nel caso in cui non ci siano investimenti da portare avanti. L'idea di Mosley - ultima versione - è di apporre un budget cap da 100 milioni di Euro entro il quale i team dovrebbero concentrare le spese di gestione, dalla progettazione fino al montaggio del motorhome nel paddock. Si tratterebbe di un budget cap non obbligatorio, ma bensì applicabile solo ai team volontari. La contropartita - molto gustosa - sarebbe la libertà di progettazione, salvo per componenti concernenti la sicurezza e per le misure standard sulle dimensioni delle monoposto.

Max Mosley in atteggiamento sobrio

Il sistema, come già è stato scritto un po' ovunque sul web e su carta, sarebbe di difficile attuazione. Come controllare che le spese non vadano oltre quel limite? Come bilanciare un campionato a due velocità nel quale andrebbero a scontrarsi regolamenti diversi?

In realtà la soluzione per riempire la griglia sarebbe un'altra. Una soluzione ampiamente a portata di mano e di facile attuazione: il ritorno dei team privati.

Come sappiamo, non tutti i team costruiscono motori. Attualmente ci sono 4 motoristi per 10 team, e solamente due fanno tutto in casa (Ferrari e Mercedes), mentre per quanto riguarda Red Bull e Honda si può parlare di scuderie ufficiali.

Perché non esportare tutto il concetto alla quasi totalità della monoposto? Si tratta di una soluzione così semplice da essere quasi irritante. Prendiamo ad esempio la Sauber. Il team elvetico compra la Power Unit dalla Ferrari, ma potrebbe anche acquistare la cellula di sopravvivenza, il gruppo sospensivo, il cambio e vari set di alettoni anteriori e posteriori. A quel punto non le rimarrebbe molto da costruire (e da spendere).

La RAM guidata da Rupert Keegan nel 1980 non era altro che una Williams FW07 con motore Cosworth

Ci potrebbero essere due scuole di pensiero per organizzare il tutto:
- Lasciare libertà completa di acquisto, sia per pezzi della stagione corrente, sia per i meno recenti purché compatibili con i regolamenti;
- Definire quali componenti mettere in vendita e quali invece andrebbero progettati dai team, per evitare cloni.

Per preservare anche posti di lavoro credo sarebbe necessario obbligare i team almeno a progettare il telaio, escludendo cellula di sopravvivenza e alettoni. Oppure permettere l'acquisto del solo progetto, lasciando ai team acquirenti la libertà di costruirselo in casa come un mobile dell'Ikea.

Anche la competitività di ogni singolo team potrebbe migliorare, in quanto difficilmente verrebbero acquistati progetti e componenti di pessima qualità o non efficienti.

Il team BS Fabrications schierò questa Mclaren M23 per Nelson Piquet durante il 1978.
In passato il team aveva usato telai Surtees e March.

Nella F1 odierna potrebbe capitare, ad esempio, uno scenario del genere:
- Ferrari e Mercedes sarebbero team costruttori - dalla prima all'ultima vite.
- Red Bull e Mclaren sarebbero team ufficiali, con il telaio costruito da loro e il motore di provenienza Renault e Honda.
- Williams potrebbe mantenere lo status di team cliente Mercedes andando a costruire in proprio il telaio.
- Toro Rosso potrebbe acquistare parti dalla Red Bull dell'anno in corso.
- Sauber e Manor acquisterebbero parti dalla Ferrari, la prima dell'anno in corso, la seconda dell'anno precedente (per risparmiare).
- Force India e Lotus potrebbero diventare succursali della Mercedes, con le conoscenze tecniche per sviluppare aero kit personalizzati.

Nel 2016 il neo-entrante team Haas avrà probabilmente già questa filosofia, con l'acquisto in blocco di parti della Ferrari - cambio e motore sicuramente - con specifiche già 2016. Esattamente come facevano i team privati (o garagisti, come li definì Enzo Ferrari) tanti anni fa.

La partenza del GP di Germania 1968, con 5 vetture private al via su 20 partenti.

In futuro altri team potrebbero entrare nella partita, sfruttando la mole di materiale disponibile, senza dover neppure assumere un progettista. Penso ad esempio a un ipotetico team Brabham, con cambio e motore Mercedes, sospensioni Williams, alettoni Red Bull e cellula di sopravvivenza Mclaren.

Ultima ma non banale domanda, rivolta al vento: perché complicarsi la vita, quando si ha la soluzione a portata di portafoglio?

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