giovedì 26 febbraio 2015

Alex Fontana, voglia di riscatto

Sportivamente parlando, la voglia di riscatto è un motore fenomenale per chi vuole tornare a ottenere risultati importanti. Alex Fontana, che porta sul suo casco le bandiere della Svizzera e della Grecia, è uno di quei piloti pronti a lottare forsennatamente, per ritornare stabilmente nelle prime posizioni della GP3, dopo un annata quasi totalmente da dimenticare.

Fontana correrà nel team inglese Status GP (quello con la livrea nero-verde) e per lui sarà la terza stagione completa in GP3. Dopo la prima stagione in Jenzer e la seconda nella Art Grand Prix, Alex è in un momento cruciale della sua carriera a ruote scoperte.


L'annuncio con Status, infatti, è arrivato dopo alcuni mesi di incertezza. Accantonata la possibilità di rimanere nella Art Grand Prix, Alex si era mosso in tre direzioni, tutte di ottimo livello tecnico: World Series by Renault, Super Formula (la ex F.Nippon) e GP3. Nel caso delle prime due opzioni, le trattative dietro le quinte non si sono concretizzate e certamente le richieste economiche per quei sedili non hanno giocato a favore di Alex. Con Status c'era già una base di partenza, visto che il team non ha mai nascosto di apprezzare le sue doti. Inoltre, dal punto di vista tecnico, il team inglese può dare ad Alex l'opportunità di conquistare punti pesanti.

La livrea Status '14. Con questi colori il casco di Alex starà benissimo.

L'accordo finale è stato trovato relativamente in fretta e i motivi per essere soddisfatto Alex li ha tutti. "Il team mi seguiva già da tempo ma non c'erano mai state, prima d'ora, le condizioni per lavorare insieme. Certamente è un team competitivo e dalle prime impressioni che ho avuto posso essere fiducioso sulla stagione '15. Mi sono sentito subito ben voluto e sono convinto che sarò seguito piuttosto da vicino. I tecnici sono in gamba e sanno lavorare insieme; dal mio punto di vista devo solamente avere la loro fiducia".

Alex sarà uno dei piloti più esperti della serie in questa stagione. "Il campionato è sempre di alto livello. Non è una serie dove si va a pascolare, i piloti forti sono molti e in pista c'è sempre da lottare. Per me l'obiettivo primario sarà appunto di dare il 110% in ogni occasione. Non mi pongo ulteriori limiti, se non quello di fare parecchio meglio della stagione scorsa. Lotterò come un pazzo per ogni singola posizione o punto da conquistare, e più sarò costante nella parte alta della classifica maggiori saranno le possibilità di puntare in alto. La costanza è fondamentale in un campionato come questo".

Un riuscito autoscatto a metà barba per Alex.
"Volevo fare qualcosa di diverso e di simpatico per inaugurare la nuova stagione"

La base del nuovo team è in quel di Silverstone, ma Alex conta di passare più tempo in Ticino. "Sarò senza dubbio spesso in Inghilterra, ma non sarà come l'anno scorso. Sto discutendo con Lotus per il rinnovo del contratto che mi lega al loro Junior Team, ma questo non ha nulla a che fare con il mio ritorno a casa (Alex ha vissuto nel 2014 vicino a Enstone, sede della Lotus F1). I miei sponsor fanno molto per me e quindi è giusto essere più vicino a loro per mantenere vivo il rapporto e meglio ancora costruire nuovi legami".



Alex, oltre a essere un pilota estremamente talentuoso e appassionato (il suo casco ispirato a Tom Pryce ne è la prova), ha anche avuto qualche esperienza da opinionista. Ecco come vede la nuova stagione di F1: "Mercedes sarà molto probabilmente ancora avanti. Il loro vantaggio è aver progettato una power unit veloce e relativamente affidabile attorno alla quale hanno costruito una macchina di alto livello. Le varie Ferrari, Red Bull, Lotus, Sauber hanno cambiato tutto e hanno già recuperato qualcosa, ma hanno molto lavoro da fare perché si trovano effettivamente in ritardo. La F1 tuttavia ha strutturalmente ancora molto da risolvere. L'anno scorso e in questo inverno non si è fatto altro che parlare di budget cap, di polemiche tra motoristi e altre faccende politiche. Questo fa male allo sport e allontana la gente, quando invece c'è da coltivare la passione. A noi piloti piace andare dove c'è tanto pubblico e vedere le tribune vuote non è per niente bello. Bisogna un po' imparare dagli Stati Uniti, dove la gente ha più accesso e anche dal punto di vista della comunicazione si è avanti".

Una F1 dove le scuderie fanno fatica a sopravvivere, nella quale la richiesta ai piloti di budget esorbitanti non corrisponde a un adeguato livello di competizione. Il ritorno della Manor (ex Marussia) con telaio e motori '14 sarà romantico e ridicolo allo stesso tempo, salvo miracoli dell'ultima ora. "Io non salirei mai su una F1 che non può lottare per andare a punti e vincere. Se avessi un budget come quello che metterà Stevens per correre alla Manor preferirei piuttosto andare in Indycar o nelle GT. Andare in un piccolo team per fare fatica a qualificarsi non ha senso, e per i tuoi sponsor non conta perché non ti filma nessuno. Per quanto mi riguarda, io sono già felice di aver provato la Lotus 2010 e anche se non tornerò in F1 rimarrà un sogno realizzato".

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