giovedì 9 ottobre 2014

C'era una volta il campionato sovietico di F1

La F1 è a Sochi per il primo Gran Premio di Russia della sua storia. Mentre le scuderie finiscono di scaricare tutto il necessario per allestire paddock e box, molti guardano alla storia recente della nazione di Putin nel grande Circus iridato.

Petrov (a podio) e Kvyat, prossima guida Red Bull, sono i due piloti che già hanno reso onore a Mosca nel recente passato e attualmente. Mentre dal punto di vista delle scuderie, dopo il fallimento dell'avventura dell'imprenditore russo-canadese Alex Shnaider (Midland) e gli abboccamenti a quote della Sauber da parte di altri affaristi locali, l'unico team a tenere alto il nome della Russia in F1 è la quasi omonima Marussia, orfana purtroppo di Jules Bianchi, gravemente ferito alla testa dopo il terribile incidente patito a Suzuka.

Pochi sanno che, però, tra il 1960 e il 1976 nell'Unione Sovietica si disputò un cosiddetto campionato di "Formula 1". Si trattò in realtà di una serie di Formula Libre, ovvero una classifica aperta a vetture di vario genere, con limitazioni identiche a quelle all'epoca attuate dalla FIA. Attualmente questa formula è utilizzata dal celebre campionato per F1 usate Boss GP, ed è un modo come un altro per allungare la griglia senza troppi patemi.

Furono decisamente poche le vetture in grado di avvicinarsi, come idea, a una vera Formula 1. Le migliori furono senza dubbio la Moskvich G5 e la serie della Estonia (l'ultimo esemplare vincitore del campionato fu la "18"). Tecnicamente le vetture erano anni luce indietro rispetto alle cugine guidate da Clark, Graham Hill, e Stewart, pagando il loro isolamento e la mancanza di confronto diretto in pista.

La Moskvich G5
Non ci furono mai più di 4 gare all'anno, mentre nel 1970 il campionato fu deciso in prova unica. Si correva su piccoli circuiti come quello di Minsk, oppure tecnici come nel caso del Bikernieki di Riga.

L'albo d'oro: nomi sconosciuti tra i piloti, mentre tra i motori regnarono i Moskvich e i Volga. Negli ultimi anni, dopo una supremazia russa, emergono gli estoni e i georgiani, con i campionati vinti da Laiv e Saarm (di Tallinn) e Dgebuadze (Tbilisi). Nell'unico anno nel quale vennero aperte le porte agli "stranieri", ovvero il 1970, vinse con largo vantaggio un telaio italiano di F3 (de Sanctis) e un motore anglosassone (Cosworth); un altro segnale dell'imbarazzante differenza di prestazioni tra le vetture europee e sovietiche.

Estonia-18

1960 V. Shakhverdov (GA-22 Volga)
1961-62 Non disputato
1963 Yu. Chvirov  (Moskvich-G4 Moskvich)
1964 G. Surguchev (Melkus-63 Wartburg)
1965 V. Shavelev (Moskvich-G4 Moskvich)
1966 V. Bubnov (Moskvich-G4A Moskvich)
1967 E. Pavlov (ASK)
1968 Non disputato
1969 V. Rzhechitski (Moskvich-G5 Moskvich)
1970 Yu. Andreev (de Sanctis Cosworth)
1971 M. Laiv (Estonia-14 Volga)
1972 Yu. Ternetski (Moskvich-G5M Moskvich)
1973 N. Kazakov (Moskvich-G5M Moskvich)
1974 H. Saarm (Estonia-17 Volga)
1975 G. Dgebuadze (Estonia-16M Moskvich)
1976 V. Grekov (Estonia-18)

Per avere più informazioni su queste storiche competizioni, visitate il sito di Alexey Rogachev.

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