lunedì 11 agosto 2014

Kevin Ward Jr. e Tony Stewart: una tragedia evitabile

In una corsa sprint notturna al Canandaigua Motorsports Park, circuito sterrato nello stato di New York, il giovane pilota Kevin Ward Jr. ha perso la vita, dopo essere stato travolto dalla macchina di Tony Stewart, super campione della Nascar, pilota tra i più famosi al mondo.

Kevin Ward Jr.
Una tragedia che lascia con l'amaro in bocca ancora di più, dopo la pubblicazione del video dell'incidente su Youtube, che evito di postare qui in segno di rispetto.

La gara si stava svolgendo in maniera regolare. Le gare sprint americane sono festival della derapata, e proprio una derapata ha innescato l'assurda dinamica della faccenda.

La macchina di Stewart prende una traiettoria larga, colpendo quella di Ward, in quel momento con il muso che punta verso l'interno. Ward va in testacoda e finisce la corsa con una gomma afflosciata a causa dell'urto con le barriere esterne.

Bandiere gialle.

Ward, visibilmente contrariato, fa quello che molti piloti della Nascar (Stewart compreso) fanno quando credono di aver subito un torto: scende dalla macchina e comincia a gesticolare furiosamente. Una pratica assurda che in Europa farebbe storcere il naso a chiunque, nel mondo del Motorsport.

La bruttissima piega degli eventi viene presa quando Ward si dirige in mezzo alla pista puntando dita e pugni verso la macchina di Stewart. Le vetture procedono in regime di bandiera gialla ma non sono certo ferme, né vanno a passo d'uomo.

Kevin Ward Jr. agita il pugno prima di esser colpito da Stewart
Una macchina lo evita. Stewart non ci riesce. Nel tentativo in extremis di puntare verso l'interno pista, il pluri-campione Nascar derapa e colpisce Ward con la gomma posteriore destra. L'impatto è forte, troppo forte. Ward muore a causa delle ferite riportate.

Fa male, perché tutto questo poteva essere evitato. Alcuni, sui social, sui forum e anche su siti specializzati, sostiene che Stewart abbia deliberatamente accelerato alla vista di Ward per spaventarlo, oppure che lo abbia colpito senza pensarci due volte. Francamente questi punti di vista sembrano assurdi: come può un pilota del calibro di Stewart rovinarsi la carriera in una piccola gara provinciale, per altro rischiando di finire in galera e rimanerci per sempre?

Saranno le indagini a stabilire le colpe di Stewart, ma una cosa è certa: Ward non sarebbe dovuto uscire dalla propria macchina in quel modo. Se avesse affrontato Stewart nel dopo gara, avrebbe certo avuta salva la vita. E invece no. Alla ricerca di una vendetta personale immediata, assurda perché impossibile, Ward ha lasciato per sempre una famiglia che lo amava e una comunità che lo rispettava.

Ora è definitivo: è giunta l'ora di una regola seria che allontani per sempre il rischio che un fatto del genere si ripeta.

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