venerdì 11 luglio 2014

Anno 2000: l'ultimo vero mondiale 500

Ho sempre guardato le corse automobilistiche in tv, mettendo in secondo piano qualsiasi altra attività. Per il motociclismo non ero per niente regolare: se capitava, bene. Se no, pazienza.

Ma tutti abbiamo avuto una prima volta in qualcosa.

La mia prima stagione intera di motomondiale l'ho vista nel 2000. Una stagione che mi fece innamorare, non tanto per la corsa al titolo (che vinse Kenny Roberts Jr) ma per l'estremo spettacolo che ad ogni gara veniva offerto dai numerosi cavalieri del rischio in sella alle potenti e imbizzarrite 500.

Erano moto veloci, belle, senza troppa elettronica. Ma abbastanza agili da far vedere continui sorpassi ed exploit nel corso della stagione e all'interno delle gare stesse. Ora è molto difficile vedere un Gran Premio in cui non vinca Marquez.

Il 2001 è stato l'ultimo anno con le 500, ma senza lo stesso divertimento. Anche quell'anno c'era un padrone assoluto, Valentino Rossi. Ero contento per le sue vittorie (sono sempre stato un suo fan, anche nei periodi più mogi) ma a me piace vedere, ogni tanto, anche l'underdog che vince all'improvviso.

Dicevamo, il 2000. C'era la Suzuki, con Kenny Roberts Jr (4 vittorie) e Nobuatsu Aoki.


Tanti piloti italiani da tifare, in quell'anno. A cominciare da Loris Capirossi (Honda), Valentino Rossi (Honda) e Max Biaggi (Yamaha). Sempre ingarellati uno sull'altro. Valentino e Max vincono due gare a testa, Loris una...


 ...Mentre rimangono a secco di vittorie Luca Cadalora (con la malesiana Modenas Kr Proton, n°27) e Paolo Tessari (Paton n° 43). Non era come oggi, con regole scritte apposta per mantenere competitivi i piccoli costruttori. All'epoca si schieravano veri e propri esperimenti, con risultati spesso al di sotto delle aspettative, ma assolutamente romantici...



Oltre alla gialla moto di Valentino Rossi, la pattuglia Honda era arricchita dalle Repsol (pitturate più o meno come quelle odierne) di Alex Criville (detentore del titolo, 1 vittoria), Sete Gibernau e Tadayuki Okada, dalle bianconere Emerson Pons di Capirossi e Barros (1 vittoria). Anche John McGuinness, mito del TT, corre a Donington con una Honda, arrivando 13°. Ovviamente sorridendo.


Poi, il mio preferito con una TSR-Honda arancio-blu vestita: Jurgen Van Den Goorbergh. L'olandese conclude quasi tutte le gare a punti, con un solo ritiro. Sponsor principale Rizla +.


L'altro mito di quella stagione aveva una Yamaha colorata Red Bull, ed era sempre in derapata. Spettacolare, lunatico, pazzo all'inverosimile: Garry McCoy. Vince in 3 gare.


Ecco un altro alfiere della Yamaha, vincitore di una gara nel 2000: Norick Abe. L'eroe del giovane Valentino Rossi aveva capelli lunghi e una epica moto tutta rossa.


Partecipò al Mondiale anche l'Aprilia, con Harada e McWilliams. L'inglese (n°99) diede filo da torcere a Valentino in occasione della sua prima vittoria in 500, a Donington.


A quel Mondiale presero parte almeno a un weekend di gara 34 piloti. I 31 che riuscirono a concludere almeno una gara conquistarono tutti almeno un punto. Solo uno non riuscì mai a qualificarsi. Stephen Briggs e la sua BSL n°36, accoppiata tutta neozelandese, provarono a gareggiare al GP del Pacifico e a quello d'Australia. Ma la moto, troppo lenta, non impietosì i ligi commissari di gara. 

Succedeva anche questo, nel mitico Mondiale 500 targato 2000.








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